GABBIANI REALI IN CITTÀ (A ROMA IN PARTICOLARE) articolo della giornalista del corriere della sera Lilli Garrone

 L'invasione dei 20 mila gabbiani
«Sporcano e sono aggressivi, cacciateli»

Sempre più esemplari di Larus in città: nidificano sui
tetti e «bombardano» con escrementi chi li disturba
Polemiche sul web. Lo zoologo: sterilizziamoli

Un gabbiano reale cova nel suo nido sopra piazza Venezia (foto Jpeg)
Un gabbiano reale cova nel suo nido sopra piazza Venezia (foto Jpeg)

ROMA - Come in un film di Alfred Hitchcock. Lo stormo si abbatte inesorabile sulla vittima, ma il malcapitato non è un uomo, bensì un piccione malato. I grandi predatori del cielo che oggi, a Roma, replicano in qualche modo la scena clou di «Uccelli» (1963) sono candidi gabbiani come quelli che a Bodega Bay attaccavano la protagonista del film, Melanie. Fortunatamente, però, la loro aggressività si limita ad attacchi nei confronti di altri volatili. Rimane comunque il problema che sono troppi: «A Roma ci sono attualmente circa 20 mila gabbiani reali», spiega Bruno Cignini, zoologo e direttore dell’area biodiversità dell’assessorato all’Ambiente. E la loro presenza si traduce in un aumento di escrementi e rischi d'infezione.

Una scena da «Uccelli» di Alfred Hitchcock
Una scena da «Uccelli» di Alfred Hitchcock

COME STORNI E PICCIONI - L'esperto che ha calcolato la popolazione di Larus michahellis - i gabbiani reali mediterranei - si dice certo che si tratti di «un fenomeno in espansione», che potrebbe portare in futuro a problemi più seri, come quelli causati in molte zone della città dai piccioni o dagli storni. I gabbiani reali oggi volteggiano - in numero davvero elevato - sui tetti del centro storico, prediligono anzi quelli più antichi con le tegole e gli arbusti «perché così si proteggono le uova». E poiché questo è il momento della nidificazione, possono creare continue emergenze: «I piccoli cadono spesso dal nido – spiega Cignini – e se si va sui terrazzi dove stanno nidificando sono aggressivi: si alzano in volo, iniziano a girare in tondo e richiamano anche le altre coppie introno, in una sorta di carosello aereo. Ogni tanto, poi, qualcuno scende in picchiata e arriva molto vicino alle persone lanciando un escremento molto puzzolente che facilmente va a segno, perché sono dei bravissimi bombardieri».

 

Gabbiani in città
               Gabbiani in città   Gabbiani in città

SPECIE ADATTABILE - Più di un romano e qualche turista del Foro o di piazza Venezia ne ha fatto le spese, ed anche se è bello vederli volare fra le antichità e i tetti, qualcuno inizia a pensare a come affrontare future emergenze. «Sono, infatti, una specie estremamente adattabile – prosegue Cignini – gli zoologi la definiscono molto intelligente: ovvero si adattano con facilità quando le condizioni ambientali cambiano. Si nutrono di tante cose, compresi i rifiuti, e utilizzano per nidificare situazioni differenti per cui riescono a cambiare il loro comportamento».
La loro presenza in massa, poi, modifica gli equilibri dell'avifauna: «Il loro dominio ormai incontrastato del terzo cielo ha costretto i piccioni, che prima vi facevano virate a ventaglio, a un volo sempre più basso», nota Luigi Accattoli nel suo blog, dove si accende un dibattito fra gli abitanti del centro storico sulla aggressività dei gabbiani. «Davanti mi sfreccia un gabbiano che ha un piccioncino di una mesata in becco, si poggia sul selciato e lo sbatte ben bene in terra - scrive Matteo -, a me pare bello che morto. Il gabbiano si sposta nella vasca della fontana a candeliere, e sciacquetta quel corpicino sfracellato».

Gabbiani in una discarica romana
Gabbiani in una discarica romana

«PORTANO MALATTIE» - Non sono pochi i residenti nell'Urbe a vedere con preoccupazione il moltiplicarsi di gabbiani in città: «Questa invasione di volatili come piccioni, gabbiani e corvi, ridotti a disertare gli habitat naturali in cui dovrebbero vivere, per abboffarsi senza fatica del surplus della società dei consumi, mi disgusta - scrive Nino -. Sono pericolosi per la salute umana, provocano malattie serie (da quelle allergiche a quelle infettive) e lasciano escrementi disumani sui terrazzi, sulle strade, nei cortili e sulle auto». E nella disputa sui blog interviene «Discepolo», il quale - citando proprio il film di Hitchcock - sottolinea: «Agli uccelli è destinato da natura il cielo... se stanno prevalentemente per terra e si cibano delle schifezze date loro dai turisti... c’è qualcosa che non va».

Gabbiano mangia dalle mani di un cuoco in centro a Roma (foto Jpeg)
Gabbiano mangia dalle mani di un cuoco in centro a Roma (foto Jpeg)

CACCIARLI CON I FALCHI - I più infastiditi fra i residenti sostengono che lo stridere dei versi dei gabbiani la mattina presto stia generando una sorta di «insonnia da stormo» in molti romani e, soprattutto, nei turisti meno abituati ai rumori della natura. Un'emergenza denunciata anche a Genova, dove è stato proposto di allontanare i gabbiani con dissuasori acustici e limitarne i nuovi arrivi monitorando le discariche abusive a cielo aperto (gli uccelli sono attratti dai rifiuti, di cui si cibano) e allontanando di più dalla città i siti di smaltimento dell'immondizia. C'è addirittura chi ne propone la sterilizzazione e chi, più attento agli equilibri ecologici, suggerisce l'inserimento nel contesto urbano di coppie di falchi, magari gli aggressivi ibridi detti Girifalchi, che caccerebbero in poco tempo molti gabbiani.

TRASLOCO IN CITTA' - Abitante delle alte scogliere e delle isole, un tempo il gabbiano si nutriva principalmente di pesce. Ma da quando ha iniziato ad essere disturbato, questo uccello ha deciso di trasferirsi nelle città costiere: Napoli, Genova, Trieste, e infine Roma, dove il mare è a 30 chilometri, ma il centro può essere facilmente raggiunto in volo risalendo il corso del Tevere. E la storia della colonizzazione della capitale da parte del gabbiano reale è una storia d’amore, se così la possiamo definire, che ha anche una data precisa di inizio: il 1971. Un dato riportato da Fulco Pratesi nel suo libro «Clandestini in città». Ecco come è avvenuta, nel racconto dello storico presidente del Wwf Italia.

Un gabbiano ferito cadendo dal nido in città
Un gabbiano ferito cadendo dal nido in città

LA FEMMINA CHE RUBAVA IL PESCE - «Il caso più divertente è senz’altro quello capitato nella primavera del 1971 allo zoo di Roma. Datami da un amico, che l’aveva trovata priva di forze sugli scogli del Monte Argentario, portai allo Zoo una femmina immatura di gabbiano reale. In mancanza di recinti appositi, la gabbiana venne liberata, incapace ormai di volare, sulla banchisa di cemento che delimita la vasca delle foche. Qui, in compagnia di un gabbiano comune privo di un’ala e di altri uccelli mezzo sconocchiati passava le giornate contendendo pesci all’avidità delle foche e tirando a campare. Venne la primavera e, con i suoi fremiti, passarono alti nel cielo dello zoo i gabbiani reali selvatici… Un bel maschio, attratto dalle grazie e dai richiami della sciancata, dotata certo di un fascino segreto, iniziò una corte serrata, peraltro immediatamente accettata, data anche la scarsità di pretendenti. Inerpicatasi faticosamente sul più alto picco di un iceberg di cemento lisciato, la femmina iniziò, grazie ai materiali più disparati recati dal maschio, la costruzione del nido, a base di detriti vegetali, tovagliolini di carta, ovatta sporca, biglietti del tram, pacchetti di popcorn. Deposte le uova, iniziò l’incubazione che, al termine dei rituali 23-24 giorni, condusse alla nascita di due piccoli».

Un piccolo di gabbiano in piazza Venezia (Jpeg)
Un piccolo di gabbiano in piazza Venezia (Jpeg)

I NIDI DI VILLA BORGHESE - Fu quello l’inizio. «Da allora – prosegue adesso Bruno Cignini - le nidificazioni sono andate aumentando, dapprima introno a Vila Borghese, poi ai Parioli, poi al centro, nella grandi ville storiche e adesso sono diffuse praticamente in gran parte della città entro il raccordo anulare. Un’esplosione dovuta anche alla possibilità di alimentarsi presso la discarica di Malagrotta». Oggi siamo arrivati a più di 3000 coppie nidificanti, 6.000 individui, ma poiché prima di raggiungere la maturità sessuale ci mettono 3 anni, anche i figli di questi nuovi abitanti della Capitale restano tra le mura aureliane: attualmente in città ci sono circa 20 mila gabbiani reali (sarebbero invece 100 mila le coppie in tutta Italia).
«Potrebbero diventare un problema come i picconi e gli storni – avverte Cignini -. Quindi sarebbe auspicabile sperimentare sistemi (come stanno facendo altre città) per allontanarli o contingentare la colonia. In collaborazione con Ispra - l’organismo che dà indicazioni sulla gestione della fauna - e coinvolgendo le associazioni ambientaliste, si dovrebbe prevedere in futuro la possibilità di mettere in atto una campagna di sterilizzazione. Prima, però occorrerà capire come intervenire». Lilli Garrone
10 agosto 2011(ultima modifica: 13 agosto 2011 15:06)

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