AFAR 

 POLVERE NELLA BIBBIA

 

«Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente»

 

GENESI 19,26


POLVERE COME TERRA ASCIUTTA

Abbiamo la creazione dell'uomo rivelata. Dio lo plasmò dalla polvere della terra; Respirò nelle sue narici il respiro della vita. Ecco ciò che distingue l'uomo dalla bestia. Anche gli animali sono anime viventi, ma non immortali. Solo l'uomo divenne un'anima vivente per inspirazione di Dio e questo costituisce l'uomo immortale. La polvere di Genesi 2,7 è rossiccia, perché è quella presa dalla «adamah», dalla terra. Il nome “Adamo” significa di conseguenza “terroso”; Adamo è il “terroso rossiccio” che diventa vivo solo quando Dio gli infonde il suo alito di vita. L’essere umano biblico non è quindi legato a Dio da un rapporto di sangue: il suo corpo terrestre è vivificato dall’alito di vita che il suo creatore gl’infonde. L’essere umano tuttavia non solo vive per il nishmàt khayìm (l’alito di vita) che Dio gli inspira, ma il suo rapporto con Dio ascende ad un grado più alto ancora: è fatto da Dio stesso “a sua immagine”. L’essere umano è l’immagine di Dio in terra. Nella Bibbia la comunione tra l’essere umano e Dio non si compie con l’infusione di sangue divino, come nel mito babilonese, ma con l’effusione dello spirito. 

 

 

"Adamo disse che era stata Eva, Eva disse che era stato il serpente. L'umanità era fatta di due persone e già non era colpa di nessuno"

 

 NATALINO BALASSO

 

SCUSATE LA POLVERE

 

 

 

«Lamentarsi serve solo a continuare a fare quello che non ti piace» 

 

GIUSEPPE CATOZZELLA 

 


LA POLVERE DEL LAMENTO

Potresti perdere come Adamo il Paradiso terrestre, potresti perdere un impiego, fallire un progetto, potrebbe non piacerti il modo in cui sei stato cacciato, o come hai svolto un determinato incarico: ciò non significa che sei privo di valore. Devi sapere, per te stesso, che qualcosa vali e potresti cominciare a colpevolizzarti meno. Inizia a togliere dalle emozioni la polvere delle lamentele. Lamentarsi di se stessi è inutile, e impedisce di vivere a tutti gli effetti la propria vita. Essere capaci di accettarsi senza autocommiserazione implica la conoscenza dell’amore per se stessi e saperla distinguere dalle lamentele. Se ami davvero te stesso e noti cose che non ti piacciono, puoi agire e prendere le misure necessarie per correggerle. La pratica dell’amor di se comincia dalla mente. Devi imparare a dominare i pensieri. Per farlo avrai bisogno di grande attenzione e presenza di spirito nelle circostanze in cui ti rendi conto che ti stai comportando in un modo non corretto. Usa delle strategie per sentirti meglio: al ristorante ordina ciò che ti piace senza pensare al conto, trattati bene perché lo meriti; dopo una giornata faticosa fai una passeggiata al parco anche se ti restano molte cose da fare; non essere scettico davanti ad un gesto affettuoso ma accettalo con affetto e gratitudine.

 

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