AFAR |
POLVERE NELLA BIBBIA |
«Perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere»
SALMO 103,14
POLVERE COME FRAGILITA' DELL'UOMO
Questo Salmo fu scritto da Davide, probabilmente quando era ormai vecchio, e aveva sperimentato molto della bontà, del perdono, e della compassione di Dio. Quindi, egli ci aiuta a vedere di più di Dio, in modo da abbondare di più anche noi in ringraziamento e lode. Davide ci ricorda ancora che i benefici sono solamente per quelli che temono l'Eterno.
Quando in è detto che Dio “conosce la nostra natura” e che “si ricorda che siamo polvere”, è alla condizione umana fragile e mortale che ci si riferisce.
Dio è pietoso. Questo descrive un cuore che ama grandemente il suo figlio, e desidera fargli del bene. Questo è il cuore di Dio verso tutti coloro che Lo temono. Dio non ci fa del bene come se fosse un obbligo, Dio ci fa del bene perché è il suo profondo desiderio. Perciò, per quanto la vita dell’uomo sulla terra sia breve, la benignità di Dio verso quelli che Lo temono è da eternità ad eternità. Proprio perché la vita è troppo breve è inutile rimandare a domani quello che si può fare oggi. È necessario vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
"La paura blocca molte persone. Paura dell'insuccesso, dell'ignoto, del rischio."
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LISA ANDERSON |
SCUSATE LA POLVERE |
«La paura è la cosa di cui bisogna aver paura»
MICHEL DE MONTAIGNE
LA POLVERE DELLA COMFORT ZONE
Albert Einstein, che ha dedicato la vita all’esplorazione dell’ignoto, diceva in un articolo su Forum (ottobre 1930) intitolato «What I believe» (Cosa credo) le seguenti parole: «La più bella esperienza che si possa fare è quella del misterioso. È questa la vera sorgente di ogni arte e di ogni scienza». E avrebbe potuto aggiungere, di ogni crescita. Dobbiamo scrollarci via la polvere della nostra zona di comfort, anche se molti assimilano l’ignoto al pericoloso. Nella vita, essi ritengono, ci si deve occupare di certe cose, e si deve sapere sempre dove si va a parare. Bisogna seguire sempre la strada conosciuta e restare al calduccio sotto la propria coperta. Solo i dissennati osano esplorare i terreni selvaggi della vita, solo gli stolti lasciano la via nota per i sentieri sconosciuti in mezzo al bosco. Ma è proprio vero? Oppure per crescere dobbiamo osare? Dobbiamo attenerci alle carte stradali oppure essere come i boy scout: sempre pronti, preparati? Ma come si fa a prepararsi all’ignoto? È ovviamente impossibile. Dunque molti lo evitano per evitare di avere guai. Ma se tanta certezza comincia ad annoiarti, se conosci tutte le risposte ancor prima delle domande significa che forse sei disposto a crescere. Lascia la tua zona di comfort e buttati nell’ignoto. Se vuoi, puoi.