AFAR |
POLVERE NELLA BIBBIA |
«Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere»
GIOBBE 42,6
POLVERE COME UMILTA'
Chi non sarebbe totalmente sottomesso dopo aver ascoltato Dio dire cose come ha fatto a Giobbe? Che cambiamento avvenne nell'atteggiamento di Giobbe e nelle sue parole! Giobbe apre gli occhi definitivamente e realizza la sua piccolezza di fronte al suo Dio. Giobbe ammette pienamente al Signore di aver parlato senza sapere ciò che stava dicendo, ha la grazia di aver conosciuto Dio, gli ha parlato faccia a faccia; un lusso per pochi, pochissimi. Tanto ha sofferto, ma tanto gli è stato dato e tantissimo sta per essergli dato. Non chiede più nulla a Dio e questi lo premia; ma lo premia per la sua fede e non perché ha fatto bene. ebbene Giobbe avesse sentito parlare del Signore, non era abbastanza per soddisfare le reali necessità di Giobbe. Giobbe non è stato paziente, si è arrabbiato, ha accusato Dio, ma mai ha smarrito del tutto la sua fede, che l’ha salvato e non gli ha fatto provare sensi di colpa; ciò che sembrava impossibile si è realizzato, nulla davvero è impossibile a Dio. Ora Giobbe si trovava faccia a faccia con la grandezza e la gloria del Signore, con il risultato: «Io aborro me stesso». Dio riconosce la sua fede: nulla è impossibile a Dio o, meglio ancora, nulla è impossibile a noi se siamo in Dio.
"Gli umili non sono quelli che spaccano il mondo, ma quelli che riattaccano i pezzi "
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FABRIZIO CARAMAGNA |
SCUSATE LA POLVERE |
«La capacità umana di provare senso di colpa è tale che le persone riescono sempre trovare il modo di incolpare se stesse»
(STEPHEN HAWKING)
LA POLVERE DEL SENSO DI COLPA
Nella vita, le due emozioni più futili sono il senso di colpa per ciò che è accaduto, e l’inquietudine per ciò che potrà accadere. Eccoli qui, i grandi sprechi! Eccola qui la polvere che invade il nostro benessere. Prenderete uno straccio e preparatevi a pulire. Quando sei preso dal senso di colpa metti a fuoco un evento passato; quando sei preoccupato e inquieto, passi il tuo tempo, che è prezioso, a lasciarti ossessionare da un evento futuro. Che tu guardi indietro o davanti, il risultato è il medesimo: butti via il presente. Il «giorno d’oro» è propriamente l’oggi. Come infonde senso di colpa, così la nostra società incoraggia l’inquietudine. Da noi l’inquietudine è endemica. Non c’è quasi nessuno che non passi un tempo spropositato a preoccuparsi del futuro. E per niente. Non c’è problema futuro che non possa essere risolto, nemmeno lontanamente, dalle vostre ansie. Non solo, ma è assai probabile che queste non ti consentano di affrontare in piena efficienze i problemi. Cominciate a guardare il passato come a qualcosa di immutabile, malgrado i penosi stati d’animo che può suscitare. È finito! È ora di grandi pulizie. Togliete la polvere dei sensi di colpa, spolverate via l’inquietudine.