BIANCA COME LA NEVE

 BIANCANEVE NELLA BIBBIA

 

 

«Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!»

 

GENESI 22,1-19


 

IL SACRIFICIO

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Quando salgono sul monte, per il sacrificio, Isacco chiede ad Abramo dove è l’animale per il sacrificio e la risposta è: «Dio stesso provvederà l’agnello dell’olocausto». Dal punto di vista culturale, si tratta della risposta ebraica ai sacrifici umani perpetrati da alcune popolazioni limitrofe, viene cioè sancito che i primogeniti vanno riscattati, non sacrificati. Dio non vuole sacrifici umani. Infatti il sacrificio avviene, ma il ragazzo rimane in vita. Gesù con il suo sacrificio farà poi un ulteriore passaggio: dai sacrifici di riscatto del Tempio al suo sacrificio definitivo per tutta l’umanità. Il secondo aspetto riguarda i Padri della Chiesa che, nel sacrificio di Isacco, figlio unigenito, vedevano un preludio al sacrificio della passione di Cristo. 

 

 

"Nelle nostre vite solo un colore dà senso alla vita stessa. L'amore"

 

MARC CHAGALL

 

C'ERA UNA VOLTA

 

 

«Ma le bestie feroci non le fecero alcun male»

 

da «Biancaneve e i sette nani»


LE BESTIE FEROCI

Il cacciatore porta nel bosco Biancaneve ma non ha il coraggio di ucciderla, così la giovane principessa scappa atterrita e spaventata. Come abbiamo già detto  il bosco rappresenta quella parte di noi meno conosciuta, quella dove ci sono le bestie feroci, ovvero le emozioni che abbiamo paura di incontrare. E così Biancaneve corre, corre veloce nel bosco ma scopre che le bestie feroci le passano accanto senza farle alcun male. Eh già perché quando decidiamo di incontrare le nostre emozioni poi scopriamo che il loro intento principale non è quello di ucciderci, ma di spingerci a evolvere. Poiché la nostra natura profonda è appunto purezza e intoccabilità, nulla tocca Biancaneve che oltre a superare indenne le bestie feroci corse su pietre aguzze e sulle spine senza farsi alcun male. Biancaneve corre via, scappa. Ma nessuno può fuggire da sé stesso, invece di fuggire via dobbiamo fuggire verso, verso di noi, il nostro interno. È necessario avvicinarsi a se per avere una migliore visuale. Per entrare nella consapevolezza l'emozione dev'essere riconoscibile da noi o da qualcuno che ci vede o sente e che ce lo riferisce. Possiamo riconoscere le nostre emozioni, quindi, anche grazie ai feedback che gli altri ci danno mentre interagiamo con loro. 

 

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